mercoledì 11 gennaio 2012

Non sempre il treno è quello giusto.

Il treno è in partenza per le seguenti stazioni:
clientelismo, opportunismo, negligenza, strafottenza, mediocrità, incompetenza, arroganza, abuso di potere, vizi di forma etc etc etc.
Ultima fermata: ignoranza.
Benvenuti.
Questo è il terzo mondo. Un mondo dove non ci si può permettere neppure di stare male. Un mondo dove per farsi curare bisogna avere "conoscenze", essere raccomandati, conoscere il dottore o il primario di turno. Un mondo dove tutto va al contrario, e ci siamo "quasi" rassegnati a questa inversione di marcia. Abbandono il viaggio. Scendo dal treno.
Esco dalla stazione vado a piedi. Seguo la MIA direzione.

giovedì 27 ottobre 2011

Riflessioni di un Ventriloquo


Non riesco a riconoscere la mia voce, stile e tonalità si fondono. I punti di vista improvvisamente si mescolano, si confondono, perdono l’identità data dal mio timbro persa in molteplici tonalità. Sento voci lontane improvvisamente appartenermi e poi svuotarmi l’anima. Mi guardo allo specchio. Lo vedo: il  Ventriloquo. Si è impadronito della mia voce. Ciò che risulta allarmante è che normalmente succede il contrario. Prende il mio posto, dà vita all’espressione di un labirinto di pensieri, mi ricorda che la mia voce non basta per raccontare, mi lascia intuire che ci vuole qualcosa in più, molto di più. Spesso si crede che basta dire, dare ordine ai propri pensieri grazie all’uso della parola. Mi rendo conto, invece, che l’unico modo per ordinare i miei pensieri è affidarli ad altre, molteplici voci, punti di vista, tonalità, timbri e sfumature. L’intersecarsi continuo di voci e di pensieri, il fondersi di prospettive, il confondersi di voci narranti sono ciò che mi permette di esprimere la potenzialità dei pensieri che custodisco dentro. Perché ciò che si ha dentro non si vede e non si sente, il Ventriloquo ha capito, ogni giorno mi permette di improvvisarmi nel ruolo che più mi si addice, la persona che desidero essere in quell’istante-minuto, la potenzialità di un’altra o tante me, con un grande vantaggio: non ho più un’identità, ma infinite proprie come le voci del Ventriloquo.


martedì 18 ottobre 2011

Mi presento. Sono un foglio sparso.

Preferisco di no si riferisce al rifiuto. Il primo è quello di titolare questa pagina. Gli altri, chissà, con il tempo si manifesteranno scrivendo. Al momento mi piace immaginare questa pagina come un foglio sparso che preferisce non essere inserito in nessun contesto ma che riesce, a seconda delle situazioni, a cambiare il proprio tono narrativo, la trama, il narratore. Solo così, forse, sarò in grado di "collezionare" i miei pensieri scomposti e talvolta smarriti e dare loro un senso: il mio.